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La riforma – in progress – del Codice della Strada non è mai stata così green oriented!
Al centro della cosiddetta “Risoluzione” del Senato il tema della mobilità sostenibile, delle emissioni di CO2 e della sharing economy.
Facciamo un po' di chiarezza! Ecco i punti più importanti da conoscere della riforma:
1. Le emissioni di CO2: uno strumento di politica economico-fiscale
Secondo imputato riguardo ai gas serra, dopo quello legato alla produzione energetica, è il settore dei trasporti (comprendente traffico su strada, marittimo e aereo). I dati parlano chiaro: un quarto delle emissioni nocive in Europa sono riconducibili proprio a tale settore.
Da qui, la proposta espressa nella Risoluzione di: “utilizzare la tassazione degli autoveicoli (non solo di quelli pesanti, ma anche di quelli leggeri) come strumento di politica economico-fiscale finalizzato alla riduzione sia dell’inquinamento acustico e ambientale e della congestione da traffico, sia del consumo delle infrastrutture, in ottemperanza ai principi ‘chi inquina paga’ e ‘chi utilizza paga’ […]”.
Inoltre “[…] vi saranno nei prossimi dodici mesi ulteriori iniziative, quali una nuova normativa in materia di emissioni per le autovetture, i veicoli commerciali leggeri e i veicoli pesanti”.
2. Consapevolezza dei benefici e integrazione dei servizi
Si mira ad uno stile di vita alternativo in cui la consapevolezza dei benefici per il singolo driver e per la collettività si unisce alla scelta di un veicolo a basse e zero emissioni. Alla direttiva continentale non si scappa: di qui al 2020, il settore automotive dovrà contenere i consumi entro i 95 g/km sui modelli di nuova immatricolazione. Pesanti sanzioni per ogni modello che non rispetta tale limite.
Non da meno sarà il ruolo affidato al servizio di trasporto pubblico, in un contesto integrato di mobilità urbana ed extra-urbana, privata e professionale, dove l'auto non sarà più vista come possesso bensì come condivisione (autonoleggio, car sharing e car pooling).
Per i privati si parla di “favorire la diffusione del car pooling“, mentre, per quanto riguarda i professionisti, di “agevolazioni fiscali per gli enti e le aziende che mettono a disposizione dei propri dipendenti, o direttamente o attraverso specifici e cofinanziati accordi con il sistema del trasporto pubblico, servizi regolari di trasporto collettivo o di mobilità sostenibile“.
3. “Coordinamento e omogeneità delle politiche nazionali e locali” a favore della mobilità sostenibile
Questo il punto di partenza annotato nel testo della Risoluzione, a favore delle soluzioni intraprese in Italia come la tecnologia ibrida ed elettrica, le quali necessitano di azioni pianificate non solo sul piano delle infrastrutture ma anche su quello economico-fiscale. Da qui la proposta di creare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una apposita unità di missione per la mobilità sostenibile avente funzione di “cabina di regia“.
Il fine è quello di colmare quel divario che ci separa da Paesi più avanti come in primo luogo l'Olanda.
4. Inquinamento atmosferico da gas di scarico: i principali interventi per ridurlo
Costi per la sosta nelle aree pubbliche diversi a seconda delle dimensioni, dell’ingombro, e ovviamente del livello inquinante, dei veicoli
Equiparare i veicoli a basso impatto ambientale agli interventi di efficientamento energetico (“Ecobonus”), al fine di godere, all’atto dell’acquisto, di detrazioni fiscali nella misura del 65%
Modifica del Codice della Strada, che definisca univocamente nella carta di circolazione la tipologia di mezzi – e le modalità per la loro identificazione – in grado di non produrre gas di scarico nocivi (“emissioni zero”)
Revisione dell’entità della tassa di proprietà (“bollo”) secondo questa logica:pagamento ridotto – o esenzione totale dal versamento – in misura progressiva al calare delle emissioni. Con la dovuta attenzione, però, alle classi economicamente più svantaggiate.
5. L'idrogeno, un futuro punto di svolta nella mobilità sostenibile
Nel panorama delle mobilità elettrica ed ibrida, si sta facendo strada gradualmente anche l'idrogeno.
A tal proposito, nella Risoluzione si può leggere l'invito a “favorire la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione delle tecnologie per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, per lo stoccaggio del gas e per le celle a combustibile, con particolare attenzione alle tecnologie già consolidate sviluppate dalle aziende italiane”.
E se la Francia, seguita a ruota dal Regno Unito, ha annunciato lo scorso luglio il divieto entro il 2040 di commercializzare auto alimentate a benzina e gasolio, anche l'Italia non si tira indietro e nel testo della Risoluzione accenna la possibilità di dire anche Lei stop agli autoveicoli spinti da combustibili fossili a partire dall'anno sopra indicato.
Fonte: fleet.magazine.com